IL MANIFESTO

Benessere animale

I sottoscritti individui e associazioni, fiduciosi che il nostro paese possa essere baluardo di una presa di coscienza e di posizione nella tutela degli animali da compagnia e non – così come del loro benessere –, desiderano diffondere una comunicazione congiunta firmata come “Movimento Nazionale Animali”.

Alla luce delle attuali vicissitudini legislative, e a fronte di una concezione di vita con gli animali e di allevamento degli stessi non più equiparabile a quella in auge decine di anni fa, nella quale l’animale era considerato al pari ad un oggetto, riteniamo doveroso ribadire ed evidenziare le finalità comuni – e le posizioni condivise – dei firmatari di questo manifesto in riferimento alla protezione e all’accudimento degli animali nelle nostre case e al supporto di iniziative e progetti volte alla conservazione ed al ripopolamento degli esemplari in natura.

I nostri capisaldi e punti di riferimento sono il benessere animale, la tutela e conservazione in situ ed ex, il commercio sostenibile e l’interazione uomo-animali.

Condividere la propria vita con uno o più animali, non può e non deve essere visto come un crimine. Da realtà che ha come interesse primario il benessere animale, siamo attenti e scrupolosi nel valutare la possibilità di introdurre normative che garantiscano un buono stato di salute ed una esistenza ricca e stimolante agli animali che vivono nelle case degli italiani, a prescindere dalla specie e razza a cui appartengono.

Incentivare una cultura che condanni e scoraggi qualsiasi tipo di malagestione e abbandono, cercando di strutturare canali per aiutare le persone a collocare animali che, per qualsivoglia motivo, non possano più essere tenuti. Capita difatti purtroppo che le persone rilascino animali a prescindere da ogni malafede per cause di forza maggiore o perché credono erroneamente che il rilascio in natura sia sempre la strada migliore, non sapendo che questa scelta oltre ad essere illegale (abbandono e rilascio di fauna alloctona sono reati) potrebbe creare problemi ambientali o, peggio, ledere la vita dell’animale.

Inoltre, a tutela della salute degli animali meno convenzionali, il movimento vuole promuovere azioni verso una direzione che è quella che già gli enti a tutela di più diffusi animali da compagnia hanno mostrato essere non solo percorribile, ma auspicabile. Alcuni di questi, hanno diligentemente già promosso un implemento delle regole a tutela della selezione animale approvando linee guida e regolamenti interni che evitano la consanguineità e stabiliscono i requisiti minimi di idoneità alla riproduzione nella pratica dell’allevamento.

Tutela e conservazione

L’allevamento di specie particolari, non può e non deve essere relegato a ciò che molti vedono come un semplice hobby. È invece necessario impegnarsi affinché chi riproduce questi animali, possa contribuire a progetti scientifici o di conservazione sia in situ che ex situ, attraverso la collaborazione con le realtà accademiche italiane ed internazionali.

La medesima attenzione deve essere applicata alla riproduzione di razze rare di animali domestici di antica selezione, che andrebbero mantenute nel quadro di una tutela della biodiversità zootecnica e della salvaguardia delle risorse genetiche a beneficio della posterità e conservate senza ledere o minare la loro salute e qualità di vita.

E’ opportuno sensibilizzare gli allevatori affinché, nella selezione dei propri animali privilegino le evidenze scientifiche, abbandonando estremismi magari forieri di facile successo economico ma di per sé soli in grado di fare la differenza tra un animale sofferente dalla nascita e destinato a rimanere tale per tutta la sua vita ed un animale in salute, felice ed adattabile all’ambiente che lo circonda.

Commercio sostenibile

Quando si parla di commercio di animali, quindi della vendita di esseri viventi, nascono spesso sentimenti ed opinioni contrastanti anche tra gli stessi allevatori. Il dato pratico di cui si deve tenere conto è che qualsiasi animale che viva in condizioni idonee alle sue esigenze, si riproduce e che la stessa possibilità di riprodursi è un aspetto cruciale per garantirne l’autentico benessere; conseguenza naturale è un aumento del numero dei capi, che devono dunque poter essere ceduti per scongiurare situazioni di sovraffollamento ovvero oneri insostenibili per l’allevatore. La nostra vocazione è quella di far luogo alla inevitabile ed indispensabile cessione di animali, attraverso modalità che non rispondano soltanto a criteri di mera economia ma che siano al contempo improntate alla sostenibilità e alla tutela di queste preziose vite.

Per questo motivo questo movimento si impegna perché si affermi la pratica di destinare una parte del denaro raccolto attraverso la cessione degli animali a progetti dedicati alla salvaguardia, al benessere e alla conservazione.

Interazione tra l’uomo e gli altri animali

L’interazione con altre specie viventi, è una condizione che accompagna Homo sapiens sin dalla notte dei tempi; a partire dal cane, sono centinaia le specie che, addomesticate e non, condividono la propria vita con quella degli umani in tutto il mondo. Non sempre l’iniziativa è umana: prova ne sono le numerosissime specie divenute nel tempo sinantropiche.

Il beneficio che si può trarre nello scambio di emozioni e nell’interazione con altre specie animali è un dato oramai scientificamente comprovato: ne sono esempi pratici i programmi di pet therapy attuati sia con animali tradizionalmente “da compagnia”, sia con specie la cui possibile connotazione di “pet” è ancora poco conosciuta ed apprezzata.

In Italia lo sviluppo di un coinvolgimento degli animali meno convenzionali in progetti di Interventi Assistiti con Animali è ostacolato da quello che di fatto è un preconcetto discriminatorio che non riconosce nel nostro paese gli effetti che l’interazione con quelli che di fatto vengono considerati “pet di serie B” possono portare. Gli studi sull’efficacia degli interventi sia educativi che terapeutici che vedono coinvolti animali diversi da cani e gatti oramai sono sempre più frequenti e stanno destando molto interesse tra i professionisti che si occupano di pet therapy. Il riconoscimento nel nostro paese dei benefici dell’interazione con piccoli animali come gatti, conigli e furetti è sicuramente un passo verso la giusta direzione, ma non è abbastanza. Proprio in virtù delle specifiche modalità di interazione che su base etologica contraddistinguono ogni singolo animale, i benefici dell’individuazione di protocolli specifici di intervento e l’apertura al coinvolgimento di animali da compagnia non convenzionali, ha l’enorme potenziale di arrivare dove altri animali con differenti modalità di presa di contatto e comunicazione non possono arrivare.

Un rapporto di così grande valore come questo non può e non deve essere eliminato od ostacolato. Occorre tener presente che sensibilità e amore delle persone verso gli animali, vanno di pari passo con la tutela del benessere e della conservazione di questi ultimi e sono pertanto proficui non solo per l’essere umano; in molti casi difatti, dall’interazione con l’uomo, gli animali traggono la garanzia di un futuro che, diversamente, sarebbe tutt’altro che scontato.

Divulgazione

Un caposaldo indiscutibile di questo manifesto è la divulgazione, fatta su più fronti: dai social agli incontri nelle scuole, è importante dare la possibilità a tutti di non perdere di vista non solo il valore biologico delle svariate specie animali che con noi popolano il pianeta, ma anche quanto tutte siano degne di rispetto e ammirazione.


Obiettivi & Richieste

Ricondurre le norme nazionali attuative (d. lgs. 135/2022) entro il preciso perimetro del Regolamento UE 429/2016

Il Regolamento UE 429/2016 detta regole per la prevenzione e il controllo delle malattie degli animali che sono trasmissibili agli animali o all’uomo (art. 1, paragrafo primo).

L’attuazione del Regolamento è stata dilatata ben al di là di questo perentorio presupposto, includendo ambiti regolamentati da altre normative (D. Lgs. 230/2017 sulle specie invasive e la tutela della biodiversità) o addirittura del tutto estranei all’argomento delle zoonosi oggetto del predetto Regolamento UE (Sotto questo profilo è bene considerare che le specie potenzialmente pericolose per l’incolumità pubblica non sono di per sé portatrici di malattie).

L’obiettivo è quello di riportare la normativa nazionale nei limiti del perimetro tracciato dal legislatore UE, senza incursioni in ambiti ed oggetti estranei, neppure contemplati dalla delega parlamentare a favore del Governo.

Evitare una lista negativa troppo restrittiva ed il correlato effetto degli abbandoni

Una lista di specie “pericolose” troppo dilatata, non solo non è utile a centrare gli obiettivi indicati dal legislatore UE, ma è in grado di porre migliaia di amatori nazionali in gravi difficoltà: la legge nazionale infatti non ha neppure previsto un regime transitorio. Da un giorno all’altro sarà come trovarsi in casa specie normativamente equiparate a tigri o cobra, si dovrà ricorrere alle Prefetture per i controlli e non si potrà né cederle né farle riprodurre. Un simile regime, purtroppo, non potrà che alimentare il rischio di abbandono in natura di questi animali con tutto ciò che conseguirebbe in termini di morte certa per quelli non adattabili alle nostre condizioni climatiche e/o di introduzione di specie alloctone potenzialmente dannose per la fauna locale per le specie adattabili; in passato questo è già avvenuto con le tartarughe dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans). Anziché introdurre disposizioni draconiane ed ingiustamente afflittive, si chiede pertanto di mantenere in vita il regime già vigente (art. 6 L. 150/1992).>

Incentivazione della riproduzione ex situ, per la salvaguardia delle specie minacciate

In riferimento a tale tipologia di animali, l’allevamento amatoriale in genere, si situa in un più ampio movimento volto a studiare e riprodurre ex situ specie minacciate (non prelevate dall’ambiente naturale) con il coinvolgimento di strutture zoologiche ed istituzionali . Per il suo tramite è possibile pervenire alla conoscenza di aspetti comportamentali e riproduttivi altrimenti difficilmente documentabili e di indubbia utilità per la tutela delle popolazioni in stato di libertà.

Un allevamento svolto secondo le migliori tecniche, è inoltre utile a scongiurare tentativi di prelievo in ambiente naturale.

Diffusione di tecniche consapevoli di allevamento e detenzione

Con la collaborazione tra allevatori esperti, veterinari, etologi e altre figure professionali, aspiriamo a lavorare per il miglioramento delle condizioni di allevamento in direzione consona alla garanzia del benessere animale, facendo in modo che anche i molti che amano semplicemente condividere la propria vita con uno o più animali senza velleità di riproduzione, possano continuare a farlo nel migliore dei modi possibile.
Divulgare queste tecniche fino a farle diventare di uso comune per qualsiasi persona abbia nella sua vita un animale, sia esso indirizzato all’esclusiva compagnia o all’allevamento.

Attraverso lo svolgimento di attività formative, aspiriamo a rendere le tecniche di allevamento e riproduzione più valide facilmente fruibili anche e soprattutto in funzione di portare avanti progetti di conservazione e ripopolamento.

Riconoscimento dell’importanza del rapporto uomo-animale, sia come quotidianità di mutuo affetto, sia nella declinazione “pet therapy”

Il riconoscimento terapeutico del rapporto uomo-animale, è vitale anche quando il “pet” non è strettamente domestico ovvero “tipico”; nel resto del mondo, avicoli da cortile, pappagali, piccoli mammiferi, alcuni rettili, sono abitualmente coinvolti in progetti di “pet therapy” e sarebbe auspicabile che, anche l’Italia, si adeguasse a questa condizione.

E’ importante poter sensibilizzare soprattutto i più giovani, che rappresentano non solo il nostro futuro ma anche quello del nostro pianeta e di tutto ciò che lo popola, al rispetto della natura e degli animali, sia nel loro habitat naturale che all’interno delle nostre case.

Conformazione della legge nazionale a quella dell’UE, che introduce un regime più favorevole per gli animali da compagnia.

Il Regolamento 429/2016, lungi dal vietare in qualsiasi modo l’allevamento di animali da compagnia, introduce al contrario un regime di maggior favore per questi ultimi; l’articolo 24 dei “considerando” recita espressamente:

“Gli esseri umani spesso detengono determinate specie animali nelle loro abitazioni a fini di compagnia. Tali animali da compagnia, detenuti per scopi meramente privati, compresi gli animali acquatici ornamentali detenuti in abitazioni private e in acquari ornamentali non commerciali, sia all’interno che all’esterno, generalmente presentano un rischio sanitario minore rispetto ad altre modalità di detenzione o di movimento di animali su più vasta scala, come quelle comuni nell’agricoltura, nell’acquacoltura, nei rifugi per animali e nel trasporto di animali più in generale. Non è quindi opportuno che le prescrizioni generali riguardanti la registrazione, la conservazione della documentazione e i movimenti nell’Unione si applichino a tali animali da compagnia, giacché ciò costituirebbe un onere amministrativo e un costo ingiustificati. Le prescrizioni riguardanti la registrazione e la conservazione della documentazione, non dovrebbero quindi applicarsi ai detentori di animali da compagnia. Inoltre, è opportuno applicare norme specifiche per i movimenti a carattere non commerciale degli animali da compagnia nell’Unione”

Si chiede in definitiva che la legislazione Italiana, anziché applicare proprio agli animali da compagnia un regime ingiustamente più restrittivo e penalizzante del quale sono incomprensibili le ragioni pratiche ma sicure le ripercussioni negative sia sulle persone che sugli animali stessi, si adegui al dettato sovranazionale Regolamento UE 429/2016, senza allargare il proprio ambito a materie dallo stesso non contemplate.


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